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Nelle prossime ore il nuovo sostegno garantito dallo Stato

di Isabella Bufacchi

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30 Ottobre 2008

L'accordo in linea di principio sull'intervento pubblico per ricapitalizzare le principali banche italiane, al fine di ripristinare la fiducia sui mercati e assicurare finanziamenti adeguati a sistema produttivo e famiglie, è stato raggiunto ieri sera dopo giorni di fitti incontri tra Governo, Banca d'Italia ed esponenti di primo piano del sistema bancario. I dettagli dell'azione concertata potrebbero emergere in un decreto-lampo ministeriale dell'Economia: emendamenti ai decreti legge 155 e 157 al Consiglio dei ministri di venerdì sono stati smentiti ieri sera dal ministro Tremonti con una nota del Mef per la quale «tutte le ipotesi circolate su presunti provvedimenti nel prossimo Cdm sono inventate». Ma quale che sia il mezzo legislativo, i primi aumenti di capitale con mano pubblica sono attesi entro questo fine settimana.
L'impostazione dell'intervento di sostegno finanziario del Tesoro alle banche è stata ribadita dal presidente del Consiglio Berlusconi (si veda articolo sopra). Il sistema bancario dunque avrebbe ottenuto una rassicurazione importante in merito al rischio-commissariamento, il famigerato articolo 2 del decreto n.155: i vertici delle banche che chiederanno aiuto allo Stato per il momento rimarranno in sella. Questo perché le iniezioni di capitale messe in cantiere, con Unicredit e Banca Intesa apripista seguite da Montepaschi, le grandi popolari e fors'anche Mediobanca, non rispondono a una logica "salva-banche" in quanto nessun istituto è sull'orlo del baratro. La crisi di liquidità non è ancora preoccupante. Si tratterà piuttosto di una patrimonializzazione con aumento del capitale Tier1 (e forse core Tier1) per allineare il sistema bancario italiano alle banche europee già aiutate dai rispettivi Stati, per eliminare svantaggi competitivi rispetto a quei sistemi che viaggiano verso Tier1 all'8% o al 9 per cento: per sbloccare liquidità da destinare all'economia reale. Operazioni di mercato in questo momento sono costosissime o addirittura impossibili.
La gamma degli strumenti a disposizione per l'intervento pubblico è più ampia rispetto alle speciali azioni "privilegiate sui dividendi" menzionate nel decreto legge. Il Tesoro è pronto ora a sottoscrivere obbligazioni subordinate alla francese, o anche obbligazioni convertibili all'olandese (ma con contestuale emissione di azioni per rafforzare di più i ratios): saranno strumenti più vicini al debito e meno all'equity, per dissipare il timore che circola tra le banche che lo Stato intenda entrare nel capitale per prendere possesso, per esercitare potere, per dominare la governance.
Anche sul costo della garanzia pubblica l'accordo c'è: la Banca centrale europea e la Commissione Ue infatti hanno imposto un costo uguale per tutte le banche europee, per evitare vantaggi competitivi. Le banche francesi per esempio saranno ricapitalizzate dallo Stato con obbligazioni subordinate senza diritto di voto, call option al quinto anno, cedola equivalente ai titoli di Stato OaT maggiorati di un premio di 400 centesimi di punto percentuale, cioè il 3,5% sopra l'Euribor (sul mercato pagherebbero l'8%). Le banche italiane non andranno lontane da questi livelli. Per lo Stato e il contribuente questa operazione potrebbe addirittura trasformarsi in un affare: l'incasso delle commissioni concesse sulle garanzie pubbliche (sulle obbligazioni bancarie senior) e le alte cedole dei bond subordinati saranno pagati da banche che restano comunque tra le più solide in Europa, meno esposte ai rischi di titoli tossici e smisurata leva finanziaria.
In cambio di questo sostegno pubblico però anche il Governo italiano, come quello francese e come altri Stati Ue, chiede la sottoscrizione formale di un impegno ad aumentare il credito a imprese, soprattutto Pmi, e famiglie. Non era chiaro ieri sera se le banche italiane dovranno rimpolpare il credito alle Pmi agli stessi tassi di crescita imposti alle banche francesi, +3%/+4% anno su anno, con verifiche sul campo addirittura mensili.

isabella.bufacchi@ilsole24ore.com

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